L’IDROGENO E LA VITA NELL’UNIVERSO

In ogni epoca abbiamo ricercato il senso della vita, come è nata e perché la sua evoluzione va in determinate direzioni. Cerchiamo di comprendere sia pur in minima parte la complessità di ciò che chiamiamo “esistenza” degli esseri viventi, tutti e della “materia non vivente”.

L’argomento che affronteremo oggi, vuole portarvi oltre il muro del conosciuto, stimolare la curiosità personale di ciò che definisco “ricerca”. Ognuno di noi è un ricercatore di un qualcosa che gli serve per sviluppare tutta la propria vita al meglio. Scopriremo insieme che è reale avere un proprio scopo nella vita e che le attitudini che possediamo non sono casuali, ma fanno parte di un “piano di realizzazione esistenziale” e che questo piano si estende ad ogni cosa esistente in ciò che definiamo Universo. Nel nostro grande archivio culturale, scientifico, abbiamo catalogato milioni di informazioni a proposito di numerose scoperte scientifiche, epoca dopo epoca.

Ogni volta che scopriamo qualcosa, non smettiamo di stupirci perché la ricerca stessa è guidata da emozioni positive. Cosa sono le emozioni positive, cosa significa? Ognuno di noi compie delle azioni quotidiane, da quelle più semplici a quelle più complesse, perché esiste uno “scopo”. Lavarsi e mettersi in ordine, prima di uscire è una di queste azioni che noi compiamo per essere accettati dalle persone con cui entreremo in relazione. Possono esserci scopi semplici e scopi più complessi, comunque ogni nostro gesto ha una sua finalità. Uno scienziato studia i meccanismi di un Sistema perché la “ricerca stessa” è lo scopo della sua esistenza. Compiere un lavoro che ci appaga e che ci realizza è un grande stimolo per ogni essere umano e quando facciamo il lavoro che ci siamo prefissati nel nostro “progetto divino” attraverso il desiderio di svolgere appieno il nostro compito, facciamo esperienza delle emozioni positive. Oggi voglio parlare con voi dell’elemento Idrogeno, questa  non è una lezione di chimica e biologia in senso stretto, anche se qualche nozione sarà necessaria, altrimenti sarà impossibile comprendere tutto il discorso. Attraverso lo studio dell’isomeria, (l’isomeria è una disciplina molto importante per la fisiologia dell’uomo perché la diversa formula di struttura o tutte le particolarità degli isomeri possono far perdere l’attività biologica alla molecola, sono due isomeri diversi per esempio il fruttosio ed il saccarosio) possiamo comprendere quanto sia possibile ottenere da un numero limitato di atomi, un numero quasi illimitato di composti.

La scoperta dell’elemento Idrogeno, come maggior componente insieme all’elemento Elio delle stelle, è stata fatta da Cecilia Payne Gaposchkin, astrofisica, negli anni venti del millenovecento. Uno degli elementi portanti per la formazione di numerosi Sistemi e che ha dato origine alla vita sulla Terra, è proprio l’elemento Idrogeno. L’elemento Idrogeno era stato individuato per la prima volta da un ricercatore nel 1766 Henry Cavendish, chimico e fisico inglese “senza laurea”, non terminò infatti gli studi universitari.

Possiamo affermare che tutto ciò che in natura esiste, è il risultato delle reazioni termonucleari innescate all’interno delle stelle dall’Idrogeno, elemento che costituisce il 70% della massa stellare. In tutto ciò che abbiamo scoperto sino ad oggi, non si può assolutamente affermare che qualsiasi scoperta fosse “banale” o scontata. Cosa significa questa affermazione? Secondo voi è una percentuale casuale che le Stelle siano formate del 70% di Idrogeno? Come è stato possibile che la materia inorganica si sia distribuita con una determinata percentuale? Inoltre in che ambito della nostra vita potrebbe cambiarci questa informazione? La mia vuole essere una riflessione che va nel particolare inosservato. Ci sono tantissimi quesiti che attendono le loro risposte perché numerose domande devono essere poste da specifici esseri ricercatori. Dunque nel tempo “giusto” troveremo tutte le risposte. Per il momento quello che posso dirvi è che il numero 70 contiene 10 volte il 7. Sette sono gli Arcangeli, i pianeti conosciuti dagli antichi, i giorni della settimana, i colori dell’arcobaleno, i cicli che creano la perfezione, gli Angeli dell’Apocalisse, sette sono i peccati capitali le note musicali, Dio ha creato la Terra in sette giorni, sette sono le Pleiadi. Il numero Sette è la vibrazione dell’impegno ad apprendere dalla dottrina scientifica alla profondità della vita. E’ la conoscenza, la scoperta, la forma di ricerca tra cui anche quella mistica. Il Sette rende ponderati, riflessivi, filosofici e profondi. Il numero Sette evidenzia la conflittualità insita nella natura umana. E’ il ciclo compiuto e dinamico dell’unione della Triade con la Tetrade, indica la pienezza di quanto è perfetto, partecipando alla duplice natura fisica e spirituale,umana e divina.

E’ il centro invisibile dello Spirito in ogni cosa. E’ un numero che riguarda anche le Piramidi e attraverso questa vibrazione l’eros divino si può manifestare. Possiamo definirlo numero ponte tra la conoscenza divina e lo sconosciuto. Tutti quanti sappiamo che la matematica è un linguaggio che accomuna tutte le persone delle diverse culture e nazionalità sulla Terra. Troviamo l’Idrogeno nella Tavola periodica degli Elementi che è stata modificata non troppo tempo fa, nel modo di classificare gli elementi, la sua suddivisione non è più in base alla massa atomica ma al numero atomico. L’Idrogeno è il primo elemento nella Tavola periodica, costituisce il 95% in peso dell’Universo anche se attorno alla Terra è meno dell’uno per cento perché essendo un gas più leggero dell’aria risente poco dell’attrazione terrestre e va verso gli strati più alti. Il 60% degli atomi presenti nel corpo umano sono formati da Idrogeno, per la maggior parte l’idrogeno è legato all’Ossigeno per dare Acqua. L’Idrogeno è un gas, dunque non è visibile ad occhio nudo, non è percepibile con il tatto e attraverso tutti gli altri sensi umani. Non lo “vediamo” non lo “sentiamo”, ma sappiamo che c’è. Esso è composto da un solo protone ed un solo elettrone, è l’unico elemento della Tavola periodica a non possedere neutroni. Senza troppi giri di parole vi racconto che cosa significa possedere per un Atomo i protoni, i neutroni e gli elettroni. Queste piccole informazioni vi permetteranno di comprendere la grandezza del piccolo che compone la forza e la solidità del grande. Se vogliamo studiare e conoscere i meccanismi di ciò che ci ha dato la vita, occorre entrare nell’infinitesimale, ossia nell’invisibile. Per comprendere biologicamente e spiritualmente la grandezza dell’Idrogeno e la sua Funzionalità Universale, l’unico privo di neutroni, occorre parlare della funzione che hanno tutti gli elementi che compongono l’Atomo. I protoni che troviamo all’interno del nucleo dell’Atomo, sono la più piccola parte di carica elettrica “positiva” esistente e libera in natura che rappresenta il quanto di elettricità assieme al neutrone. Il protone è la particella fondamentale per ogni nucleo atomico. Infatti il numero di protoni presenti nel nucleo di un Atomo, corrisponde al valore del numero atomico dell’elemento a cui l’Atomo appartiene. Nel nostro caso a proposito dell’Idrogeno, il suo numero atomico nella Tavola degli Elementi è dato dal fatto che l’idrogeno possiede un solo protone. Il protone è definito una particella stabile composto da elementi più piccoli che vedremo successivamente. Che cosa fanno i neutroni in un Atomo? La funzione dei neutroni è quella di diminuire la le forze di repulsione esistenti tra i protoni e di cementare i protoni rendendo stabile il nucleo. I neutroni sono privi di carica elettrica, possiamo definirli “l’ago della bilancia” che tiene insieme i nuclei degli Atomi. Infatti i neutroni essendo neutri non risentono della repulsione elettrostatica, ma possono scambiare “Quark colorati” con altri protoni e neutroni vicini (parleremo dei Quark successivamente). In poche parole il ruolo dei neutroni è “duplice”: aumentano il contributo della carica nucleare forte e allontanano i protoni quel tanto che basta per diminuire l’effetto della “repulsione”. Dunque la neutralità dei neutroni stabilizza tutte le forze dell’Universo. Gli elettroni sono responsabili delle proprietà degli Atomi e delle Molecole. L’interazione elettromagnetica tra gli elettroni è all’origine dei legami tra gli Atomi e della struttura macroscopica della materia. Gli elettroni si distribuiscono nelle orbite ellittiche che ruotano attorno al nucleo. Gli elettroni ed i protoni creano intorno ad essi un campo di forze molto diverse tra loro. Tornando al nostro Idrogeno, privo di neutroni, dotato di un solo protone e di un solo elettrone, ci offre una visione della sua funzionalità universale, molto ampia. Il nostro caro Idrogeno esiste nella “dualità” dei suoi componenti, per realizzare la “trinità” si deve legare ad altri Atomi o elementi. Cercheremo di capire in maniera sempre più approfondita attraverso anche la “matematica egli elementi” quanto nell’infinitesimale si realizza la forza del grande grazie alla “divinità” del piccolo.

Noi siamo il frutto dell’evoluzione dell’aggregazione della materia inorganica, macromolecole e microelementi, che si sono sapientemente annullati, cioè che hanno perso la loro “indipendenza” per dare origine alla materia organica; scopriamo come è stato possibile grazie anche all’Idrogeno. La culla della vita sulla Terra, la troviamo nel Dna, la più antica scrittura del nostro codice genetico, codificata in modo tale che tutte le forme di vita sanno “leggere”. Il Dna è una molecola che ricorda una scala attorcigliata di cui le scale sono formate da quattro tipi di molecole più piccole. I pioli più piccoli, sono le lettere dell’alfabeto genetico e particolari combinazioni di queste lettere danno le istruzioni per ogni forma vivente, per dire come crescere, muoversi, riprodursi, digerire ecc....La doppia elica del Dna è una macchina molecolare che contiene cento miliardi di elementi chiamati Atomi. In una singola molecola del Dna ci sono tanti atomi quante sono le stelle nella Galassia : ognuno di noi è un piccolo Universo. Il codice del Dna trasmesso di cellula in cellula, viene ricopiato con estrema cura, generazione dopo generazione. La nascita di una nuova molecola di Dna, inizia quando una proteina replicativa separa i due filamenti della doppia elica “rompendo” i pioli. Nel liquido interno del nucleo, le lettere molecolari galleggiano libere e ogni filamento dell’elica ricostruisce la parte mancante, dando vita a due molecole identiche del Dna. I Geni si riproducono così e si trasmettono da una generazione all’altra. Quando una cellula vivente si scinde in due, ognuna porta completo il proprio Dna. Un’apposita proteina, compie una revisione per assicurarsi che vengono accettate solo le “lettere giuste”, in modo che il Dna sia accuratamente copiato. Ma a volte può verificarsi un’errore che apporterà un piccolo cambiamento casuale nelle istruzioni genetiche.

Questo può avere grandi conseguenze sulla scala evolutiva degli esseri viventi. Dunque le mutazioni sono del tutto casuali, così afferma la scienza e avvengono in continuazione, ma le condizioni ambientali premiano coloro che hanno più possibilità di sopravvivenza, quindi la selezione è tutt’altro che casuale. Scopriremo insieme che anche le mutazioni non avvengono in maniera casuale, ma che esiste un “nesso” tra la mutazione e l’ambiente circostante. L’Origine della Specie differenzia profondamente gli Individui che in Principio erano Identici. Nel Dna di una quercia è scritto come metabolizzare lo zucchero, ma questo lavoro lo compie anche il nostro Dna. Per questo esiste un legame di parentela assai lontana con tutti gli esseri vegetali e animali. Un singolo individuo evolve in un gruppo, nel corso di intere generazioni in tempi lunghissimi. Darwin nel 1859, diede origine ad una vera e propria Rivoluzione Scientifica che ancora oggi prosegue : “L’Evoluzione per Selezione Naturale, il concetto più Rivoluzionario del campo della Scienza “. Tutti o la maggior parte degli uomini, prova disagio a pensarsi imparentato con le scimmie e le credenze religiose ci insegnano che siamo stati creati in maniera separata da tutti gli altri animali e questo ci fa sentire “speciali”.

Ma se Originariamente eravamo tutti quell’Uno qui sua Terra agli albori della Vita, quanto siamo imparentati con gli esseri vegetali e animali? Se pensiamo a come avviene l’assimilazione del glucosio, siamo simili a numerose specie e questo perché alcune Funzioni sono così fondamentali che si sono evolute prima che le varie forme di vita si differenziassero. La materia alla base della vita è così malleabile che una volta comparsa, l’ambiente l’ha plasmata in molteplici forme L’Albero della Vita, estende i suoi rami in tutte le direzioni trovando e sfruttando ciò che funziona con nuovi Habitat per le creature. L’Albero della vita ha tre milioni e mezzo di anni, un tempo assai lungo in cui ha sviluppato un grande repertorio di strategie per la sopravvivenza. In questo grande albero noi siamo un piccolo rametto. La Scienza rivela che tutta la vita sulla Terra ha una unica Origine. Darwin ha scoperto il vero meccanismo dell’Evoluzione e al suo tempo l’opinione che era predominante era che forme di vita evolute e complesse, fossero il frutto di una grande Intelligenza che aveva creato separatamente tutte le specie. Si pensava che gli esseri viventi fossero troppo complessi per essere il risultato di una evoluzione non guidata.

Osservando l’occhio umano, ci rendiamo conto di quanto il suo funzionamento sia complesso e ben articolato. La differenza tra noi e le forme di vita trovate negli ambienti ostili sul nostro pianeta, sono solo delle varianti di uno stesso tema, dialetti di una stessa lingua, il codice genetico della vita sulla Terra. La Scienza lavora tra il confine tra ciò che è noto e ciò che è ignoto. Quattro miliardi di anni di Evoluzione, da creature completamente cieche fino a noi organismi pluricellulari estremamente complessi. Henry Louis Mencken, giornalista e saggista statunitense (1880-1956), di origini tedesche, ha direzionato molti dei suoi studi, nella ricerca di trovare numerose risposte al tema della sofferenza umana, di che cosa è la “confusione umana”, come nasce e perché. Egli in uno dei suoi saggi afferma: “Per ogni problema complesso c’è sempre una soluzione semplice, pulita e sbagliata!”. Mencken si trova a vivere e a discutere uno stile di vita dell’uomo del 1900, in cui la realtà industriale in numerosi settori come quello bellico, trova la sua massima espressione. Sempre lo stesso autore afferma ancora:”Lo spaesamento è il proprio vivere sul confine tra mondi e aspirazioni diverse, quello stato di indicibile instabilità e provvisorietà che non impedisce però la genesi di esperienze emancipative”. L’autore citato, Mencken, viene menzionato in una conferenza con tematiche scientifiche nel 1994, quasi cento anni dopo, da Kraut e Comburn, biologi ricercatori, a proposito del mantenimento del delicato equilibrio Acido-Base, poiché nel 1919 in un suo discorso affermava:” La vita è una lotta non contro il peccato, né contro il potere, né contro il malizioso magnetismo animale, ma contro gli ioni di idrogeno”. Ebbene cari lettori credo che a questo punto del discorso anche voi avete intuito che tutto l’Universo non solo è meravigliosamente “organizzato”, ma in tutto ciò che lo compone, noi esseri umani compresi, vi è una intelligenza “nascosta” agli occhi dei più, una intelligenza che va ricercata, soprattutto nel “piccolo”. Ognuno di noi, se si mettesse ad osservare “la qualunque cosa di questo mondo”, non potrebbe dare per scontato niente, soprattutto dopo una attenta indagine. Questo studioso di etica, Mencken, qualcuno lo ha incluso anche tra i filosofi del 1900, senza essere necessariamente un medico, cioè uno che ha studiato i meccanismi biologici del nostro organismo, studioso dell’intelligenza e della stupidità umana, aveva compreso  che se le persone  soffrono a livello psicosomatico, si ammalano. Egli ha parlato dell’importanza dell’elemento idrogeno che deve essere sempre nella giusta concentrazione nel nostro corpo. Vorrei concludere questo dialogo con voi, parlandovi sempre in proposito di questo elemento inorganico perché questa breve riflessione finale, vuole portarvi dinanzi ad un “panorama” più vasto, in cui il vostro orizzonte di visione diventa più ampio per far si che possiate scoprire sempre più cose che riguardano tutta l’esistenza e la vostra vita nell’esistenza. Le parole pronunciate da Mencken nel 1919 sul significato della vita e della morte, noi oggi le possiamo applicare anche agli sforzi continui che compie il nostro sistema osseo per contrastare gli effetti dell’acidosi che si sviluppa nel corso di numerosi anni per colpa di una alimentazione scorretta, vita disordinata, stress accumulato, perdita di sostanze alcaline, incapacità di assorbimento ecc. Sappiamo che il benessere dipende dalla nostra Omeostasi, ossia di quanto è importante che ci sia il giusto equilibrio tra acidi e basi nel nostro corpo. Infatti il Ph del fluido extracellulare dovrebbe essere compreso tra 7,35 e 7,45. Ebbene nel nostro corpo è proprio l’elemento idrogeno, ossia lo ione di idrogeno che detiene la capacità di mantenere costante questi parametri biologici. Quindi per mantenere la sopravvivenza è necessario che gli ioni di idrogeno rimangano nella giusta concentrazione, altrimenti aumentando, insorgeranno tutti i processi di acidosi in cui il nostro corpo non solo invecchierebbe precocemente, ma nascerebbero i più svariati disturbi fisici fino alle malattie più gravi. Abbiamo visto come l’idrogeno sia l’elemento che compone maggiormente la massa stellare nell’Universo e quanto sia importante per la vita del nostro corpo.

L’idrogeno compone tutti i tipi di acidi esistenti (sappiamo che senza “acidi” non siamo in grado di pensare per esempio), è un elemento fondamentale per la formazione dell’acqua e di molti altri meccanismi ancora. Dunque l’idrogeno riveste una possibile nomenclatura di “Re” dinanzi a tutti gli altri elementi della tavola periodica. Possiamo infatti intuire a questo punto che esiste una vera e propria gerarchia negli elementi inorganici che si trovano nell’Universo ed è la gerarchia di questi elementi ad organizzare tutta la composizione della materia quali le galassie, le stelle, i quark, la vita sulla Terra ecc… L’idrogeno è il primo elemento che si trova nella tavola periodica in cui abbiamo classificato in tutto 118 elementi, è come il numero uno, sta infatti davanti a tutti gli altri. Nell’Universo è l’elemento più diffuso, quello dominante che ha permesso ad ogni galassia di essere disposta, visibile, in quel determinato modo, inoltre possiede una splendida vibrazione colorata Blu/Indaco/violetto ed in generale sappiamo che il Blu è il primo dei colori primari e che da essi, nascono tutti gli altri colori.

L’idrogeno che dà origine all’acqua, è il primo elemento che ha aggregato le Galassie così come le conosciamo oggi che ci ha donato la vita biologica e spirituale, ed è il primo elemento che ce la può togliere attraverso il processo di acidosi e che fa si che finisca anche la vita di una Stella, di una Galassia. Come ci insegna la biologia e tutte le scienze mediche, è molto piccolo il range che detiene lo stato di benessere o di malessere del nostro organismo. Il Ph che mantiene tutta l’Omeostasi è come un “corridoio molto stretto” che ci obbliga a rispettare i parametri che tutta l’esistenza ha deciso per noi. In un certo senso, ci troviamo di fronte ad un grande limite che ci ha imposto l’idrogeno. Secondo voi questo limite può essere davvero limitante per vivere appieno la nostra vita? Non importa se il range per il benessere è uno molto piccolo: 7,35-7,45 perché è proprio in questo spazio/corridoio/distanza, in cui noi possiamo comunque realizzare tutto di noi. Se l’idrogeno può essere paragonato ad una “divinità” che possiede tutte le chiavi della vita di ogni essere vivente e non vivente, imparando a comprendere come funzionano non solo i meccanismi biologici, quelli meccanici, possiamo entrare in una comprensione più grande che include avvicinarci a percepire/intuire la “Coscienza” di questi elementi che noi abbiamo definito semplicisticamente inanimati, cioè “non vivi”.

Siamo infatti abituati a non considerare intelligente/cosciente, tutto ciò che è “inanimato” come i sassi, le rocce per esempio. Quello che possiamo toccare e vedere con i nostri occhi, è composto da ciò che non possiamo vedere ad occhio nudo. Inoltre gli elementi “invisibili”che compongono la materia visibile, sono notevolmente più numerosi della materia visibile. L’idrogeno che compone ampiamente il nostro organismo, attraverso la comprensione dei nostri meccanismi biologici, ci mostra che per vivere appieno della nostra vitalità fisica e psichica non occorrono effetti speciali, non c’è bisogno di stravolgere le nostre esistenze, ma bensì che abbiamo sempre più la necessità di entrare maggiormente nel meccanismo vero dell’esistenza. Quello che apparentemente può sembrare potentemente limitante, invalidante è la prima prospettiva nostra di osservazione, ma attraverso la scoperta del funzionamento dei numerosi meccanismi che regolano l’intera esistenza, noi possiamo entrare nella vera Accettazione del significato del perché esistiamo oggi, del perché abbiamo determinati interessi e caratteristiche. Argomentare dei vari processi che riguardano l’esistenza stessa, non è cosa facile perché il proprio punto di vista già “cambia” la realtà dei fatti. Spero di avervi incuriositi tanto da ricercare oggi stesso le vostre risposte, per migliorare la vostra vita in tutti i vari ambiti. Formulare i giusti interrogativi mi ha portata a scoprire che esistono numerosi aspetti anche “emozionali/spirituali” della materia inorganica colorata che vorrei raccontarvi passo dopo passo. Comprenderemo nei prossimi articoli, come si è aggregata la materia inorganica, parleremo dei metalli, dei metalloidi, dei microelementi, delle ultime scoperte riguardo l’Acqua che hanno cambiato alcuni paradigmi scientifici e di come la materia inorganica può essere utilizzata per risvegliare la nostra coscienza, per mantenersi giovani il più a lungo possibile, per realizzare tutto nella vita, tutto ciò che ci sta a cuore. Vorrei compiere un viaggio insieme a voi per scoprire quanto è reale e veramente possibile possedere un pezzettino di “verità in tasca”, perché imparare a dialogare e conoscere molto di se stessi, vi spalancherà le “porte” delle vostre possibilità.